Nel Regno Unito pressioni per una censura “filo Trump” nelle biblioteche pubbliche

Bruxelles – Mentre il mondo accademico americano, attanagliato da tagli milionari dei fondi e censure sulla pubblicazione di studi e materiali informativi, vive una pesante crisi, in Europa, e in particolare nel Regno Unito, alcuni professionisti e rappresentanti del settore bibliotecario riportano sempre più casi in cui è stata richiesta la rimozione di titoli dalla fruizione dei lettori.
“Anche se la situazione qui non è in alcun modo tanto negativa, la censura avviene e vi sono alcuni esempi profondamente preoccupanti di professionisti bibliotecari che hanno perso il lavoro e sono stati attaccati online per aver difeso la libertà intellettuale dei loro utenti” ha dichiarato Louis Coiffait-Gunn, direttore del Chartered Institute of Library and Information Professionals (Cilip), descrivendo la situazione britannica rispetto al contesto statunitense. Ed Jewell, presidente della Libraries connected, una fondazione che rappresenta e difende le biblioteche pubbliche inglesi, ha sottolineato che le osservazioni e le esperienze dei suoi membri suggeriscono un numero crescente di richieste di ritiro dei libri dagli scaffali provenienti da individui o piccoli gruppi.
Alison Hicks, professoressa associata presso la Ucl university di Londra, si è interrogata sul legame tra il fenomeno della censura negli Stati uniti e quello britannico, intervistando 10 bibliotecari inglesi che hanno sperimentato difficoltà con i propri libri. Dal piccolo studio sono emersi casi che suggerirebbero collegamenti, come il ritrovamento di materiale di propaganda appartenente a un gruppo d’azione americano lasciato su un banco. Alcuni rispondenti “hanno comunicato di essere stati attaccati da gruppi di pressione statunitensi sui social media” mentre uno di loro “è stato preso di mira direttamente da uno di questi gruppi”, ha sottolineato Hicks. Quasi la totalità degli attacchi considerati dallo studio, che si trattasse di annotazioni a sfondo razzista o omofobo o del danneggiamento dei libri presi in prestito, ha riguardato materiali Lgbt, in linea con quanto emerso dal sondaggio di Index on Censorship del 2024.
“E’ sicuramente possibile che il livello di censura che stiamo vedendo negli Stati Uniti influenzi il dibattito qui da noi” ha detto Jewell. In ogni caso, gli esperti si sono detti preoccupati per la difficoltà di quantificare il livello di influenza, data la mancanza di prove robuste su quanto la censura sia diffusa nel Regno Unito: “Il governo non conteggia quante biblioteche scolastiche o pubbliche ci siano, per non parlare del tenere traccia dei divieti sui libri” ha dichiarato Coiffait-Gunn, mettendo in guardia sulla necessità di salvaguardare il libero accesso ai libri, qualsiasi sia il loro tema o soggetto, contro un clima in cui le biblioteche possano evitare certi titoli per timore di cattiva pubblicità, minacce o intimidazioni.
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